La Mindfulness è assolutamente trasversale rispetto a ogni ambito della vita, in quanto volta a incrementare qualità e competenze ugualmente utili nella sfera privata e in quella lavorativo-professionale. Il beneficio più immediato e noto è la capacità di far fronte allo stress dovuta a una modulazione dei cosiddetti “ormoni dello stress” - che dal particolare stato di de-tensione indotto dalla pratica: uno stato che non corrisponde a un’attenuazione della coscienza di veglia - come di regola accade nel rilassamento ordinario - ma al contrario a un rafforzamento di questa e a una sua estensione a 360 gradi, sia all’interno che all’esterno di sé stessi. Ne consegue una condizione di vigile ma rilassata presenza: un “rilassamento attivo” che consente di non disperdere inutilmente energia nell’ansia e nella tensione, ma di indirizzarla solo dove serve, quando serve e nella quantità che serve. Una condizione che, proprio per questo, non solo si rivela pienamente compatibile con le esigenze di una vita attiva, ma risulta anche, a tutti gli effetti, un fattore di efficacia e di incremento della performance proprio in situazioni critiche, laddove spesso ansia e stress compromettono la qualità dei risultati, e dove invece risulta fondamentale la possibilità di mantenere un atteggiamento calmo ed equilibrato, ma insieme anche intensamente concentrato sul compito. Altro effetto positivo dell'esercizio della Mindfulness riguarda l’intelligenza emotiva e la gestione delle emozioni negative. Dall’osservazione delle emozioni - un procedimento finalizzato a prendere le distanze dai propri stati emotivi allo scopo di non esserne travolti - fino a specifiche tecniche di rinforzo delle emozioni positive e di riconversione di quelle negative. Gli effetti - anche in questo caso ben documentati, sia a livello di comportamento che di attivazione di specifiche aree cerebrali - tendono poi, col tempo e con la pratica, a consolidarsi e a trasformarsi in tratti di personalità, con tutti i vantaggi che è facile immaginare in termini di benessere individuale da un lato, e di capacità relazionali dall’altro. A questi importanti risultati vanno poi aggiunti, restando nell’ambito della comunicazione e dei rapporti interpersonali, un progressivo sviluppo dell’empatia - grazie anche al coinvolgimento del cosiddetto “circuito cerebrale della risonanza” e dei neuroni-specchio, che consentono una migliore e più profonda sintonia con l’interlocutore - e una maggiore capacità di ascolto, dovuta in parte allo sviluppo dell’attenzione, e in parte a una specifica attitudine, propria della mindfulness e definita come “sospensione del giudizio”, che consente una comprensione più oggettiva e immune dal rischio di interpretazioni affrettate, equivoci, preconcetti. Altro effetto è una migliore e più efficace gestione del tempo, consentendo di concentrarsi totalmente sull’azione in corso anche in situazioni critiche o di urgenza, evitando i rischi legati alla fretta e all’ansia da prestazione. E ancora la consapevolezza di sé e del proprio esistere al di là di ogni immagine e di ogni maschera -porta a una leadership naturale e carismatica, non conflittuale e non competitiva. Evidenti, poi, le ricadute sul clima organizzativo e sulla qualità dei rapporti interpersonali, a seguito di una generale riduzione dello stress e di una migliore gestione delle emozioni negative e perciò delle possibili occasioni di conflitto.